Il Metodo Feldenkrais®

prende nome dal suo ideatore Moshe Feldenkrais (1905-1984), fisico, ingegnere, primo insegnante di judo in Europa e studioso dell'apprendimento, del comportamento e del funzionamento dell'organismo umano.

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Uomo rinascimentale, coltissimo, grande sperimentatore, fu capace di pensare fuori dagli schemi e di assorbire ambiti e discipline scientifiche molto diversi tra loro, distillandone metodi e pratiche per migliorare la realtà della vita delle persone. Moshe Feldenkrais era sempre al corrente delle più importanti scoperte scientifiche dalla fisica, dall’ingegneria, all’ipnosi, alla psichiatria, alle tecniche artistiche: era curioso di tutto. Ingegnere e fisico nucleare di fama internazionale, ufficiale del controspionaggio alleato nella seconda guerra mondiale, autore di un manuale di autodifesa e precursore della mindfulness, fu allievo prediletto di Jigoro Kano, inventore del judo e membro del governo giapponese, che lo scelse come persona di riferimento per la diffusione dello judo nel mondo occidentale. Collaborò a progetti interdisciplinari all’avanguardia con altre grandi menti dell’epoca e intuì le più importanti scoperte neuroscientifiche dei nostri giorni unendo fili invisibili e creando connessioni ancora inesplorate.


Tra i suoi estimatori il neuroscienziato Karl Pribam e Norman Doidge, psichiatra, neuroscienziato, autore canadese che ha fatto conoscere il metodo Feldenkrais al grande pubblico nella sua opera di divulgazione sul cervello e le neuroscienze, per spiegare ai ‘non iniziati’ quanto Moshe Feldenkrais avesse da insegnare sul cervello e su come utilizzarlo.
Nella sua battaglia personale per superare il suo principale problema di salute, scoprì come insegnare alle persone a “imparare a imparare” e a cambiare il loro cervello.
(Le guarigioni del cervello. Le nuove strade della neuroplasticità: terapie rivoluzionarie che
curano il nostro cervello. Si veda in particolare il capitolo V, pag. 220 e seguenti dedicato a Moshè
Feldenkrais. Salani Editori, Bergamo, Maggio 2015. 2 Mark Reese, Moshe Feldenkrais Life in movement, quarta di copertina a cura di Norman Doidge, autore di “Il cervello infinito” e “ Le guarigioni del cervello”.)

Secondo Norman Doidge il metodo Feldenkrais è una pratica gentile e alla portata di tutti, ma profondamente trasformativa per la salute e per la vita delle persone. Nella maturità, dopo una vita incredibilmente avventurosa e una carriera leonardesca in campi apparentemente lontani, Feldenkrais scelse di insegnare il movimento come codice fondamentale che ci connota come esseri umani.

Il processo di crescita, lo sviluppo dei movimenti, procede in sintonia con i tratti tipici dei bambini: curiosità, immaginazione, flessibilità, adattabilità, resilienza, desiderio di apprendere, sentire le differenze, scoprire percorsi.
Con il movimento formiamo l’immagine di noi stessi, su cui si fonda la nostra vita. Per questo imparare a conoscere il nostro modo di muoverci è essenziale. Lo studio del movimento, l’ascolto del processo, la pratica della reversibilità delle
nostre azioni mentre avvengono, si possono esplicitare anche dal punto di vista dei pensieri e delle emozioni.
Tra i suoi allievi ci furono politici, scienziati, neurologi e psichiatri, atleti, artisti e direttori d’orchestra ai vertici della cultura novecentesca, come Peter Brook, regista, Léonard Bernstein, direttore d’orchestra, Ben Gurion, primo presidente
israeliano, i premi Nobel Frédéric e Irèn Joliot-Curie, Julius W. Erving (Doctor J) cestista, Karl Pribham, neuroscienziato e professore emerito di psichiatria e psicologia, Ida Rolf, scienziata e terapeuta americana, Yehudi Menuhin, violinista e
direttore d’orchestra, Margaret Mead, fondatrice dell’antropologia culturale odierna.


Margaret Mead scrisse di lui: “Il più importante contributo del suo metodo è quello di riuscire a far stare bene le persone, mantenendole vitali e funzionanti... Mi piacerebbe che gli anziani di questo Paese potessero avvalersi immediatamente del suo lavoro. Stiamo condannando milioni di persone a deteriorarsi per la vecchiaia, cosa che non è affatto inevitabile”.
Per Moshe Feldenkrais educare tramite la piacevolezza del corpo è scelta di libertà. Imparare a imparare ci rende liberi di cambiare percorso. Di cambiare modo. Di attingere al nostro potenziale, per tutta la vita.


Imparare a cambiare

Il metodo Feldenkrais riconosce e dà un grande valore alle enormi capacità dell’essere umano di imparare – e soprattutto di imparare ad imparare. Fra le caratteristiche più salienti dell’uomo c’è un cervello che è pochissimo sviluppato alla nascita: siamo dotati di pochi istinti, cioè di comportamenti già programmati nel nostro codice genetico, e questo ci rende liberi di apprendere lingue diverse, usi e costumi diversi a seconda della cultura in cui si nasce. Gli apprendimenti sono alla base di ciò che siamo, dell’immagine che abbiamo di noi stessi.

Di fatto non smettiamo mai di imparare. Alcuni esempi sono l’innovazione tecnologica che ci costringe e ci richiede di familiarizzarci con nuove macchine o nuovi programmi, e ci sono apprendimenti semplici come imparare a cucinare una nuova ricetta o, con il tempo, a conoscere meglio le persone che frequentiamo, o anche a conoscere un nuovo paese facendo l’esperienza di visitarlo.

La maggior parte degli apprendimenti più importanti sono dovuti a quello che nel Feldenkrais chiamiamo “apprendimento organico”, cioè di quel tipo di apprendimento auto-diretto sperimentato nei primi anni di vita in cui imparavamo due cose: come funzionavamo noi e come funzionava il mondo. In questo modo abbiamo appreso a orientarci nello spazio, a manipolare le cose, a comunicare, a gestire l’interesse e l’attenzione, a far combaciare l’intenzione e l’azione, ma soprattutto abbiamo imparato come organizzare le diverse funzioni fisiche, motorie, percettive, confrontandoci oltre che con le richieste culturali e relazionali, anche con le condizioni dettate dalla forza di gravità.

Un ostacolo che spesso si frappone fra noi e il nostro desiderio di migliorare e di eliminare ciò che non ci piace o che è controproducente, è l’idea che “siamo fatti così” o che “ormai, alla mia età…”. Riteniamo di aver già formato il nostro carattere e personalità, che siamo quel che siamo come frutto del destino o del caso o della programmazione genetica.

La pratica del metodo, attraverso il movimento e le sensazioni, ci consente di “apprendere”, cioè che possiamo cambiare: possiamo sciogliere la tensione inutile, possiamo fare esperienza di un allineamento scheletrico più fedele alla direttrice verticale della forza di gravità che modifica in modo sostanziale la nostra postura; possiamo sperimentare modi diversi di muoverci che ci fanno scoprire di avere più scelte a nostra disposizione e che pertanto non siamo “destinati ad essere così”.

Apprendere vuol dire crescere, modificarsi, evolvere per esprimere il proprio potenziale e per realizzare una vita più piena e più soddisfacente: possiamo sentirci meglio, fare a meno di certe abitudini, eliminare il senso di sforzo e di fatica nei movimenti, realizzare i nostri sogni. Le lezioni Feldenkrais incarnano i principi fondamentali espressi nell’apprendimento: sperimentare diverse opzioni e alternative, imparare dagli errori; fare distinzioni sottili nelle sensazioni provate; creare una progressione di difficoltà, dal semplice al complesso; riconoscere la differenza tra un’azione fatta con sforzo o in modo comodo e semplice; spostare continuamente l’attenzione interna tra ciò che si sta facendo e come lo si sta facendo; ma soprattutto riconosce la grande funzione del cervello di integrare gli stimoli delle sensazioni e del movimento in un tutto armonioso e coordinato. La cosa più sorprendente e che questa integrazione avviene rispettando i nostri bisogni, chi siamo e chi vogliamo essere.

Conosci te stesso è una massima pronunciata da grandi filosofi come Lao Tse, Confucio, Platone. Una saggezza antica. La conoscenza richiede apertura mentale, essere pronti al cambiamento. PANTA REI, tutto scorre, disse Eraclito. Chi si vuole conoscere deve buttarsi nella corrente della vita. Per questo il Metodo Feldenkrais esplora il movimento.

"E` quella la cosa per cui venite qui, per quel cambiamento che ... non sono io che vi cambierò: il cambiamento lo troverete voi stessi. Troverete quel cambiamento che non avete mai saputo come arrivarci: essere padroni di voi stessi con dignità; e questa è una cosa straordinariamente difficile da fare, e la cosa più importante da fare."

(Moshe Feldenkrais)


L'arte di scegliere

La maggioranza delle persone non agiscono, ma si lasciano continuamente trascinare dalle circostanze. Cosa è l'azione? In modo primitivo può essere concepito come fare o non fare, è una scelta. Si può parlare o non parlare, dormire o non dormire, suonare o non suonare, però ciò non basta. Ci dovremmo porre anche un'altra domanda. La domanda è: COME viviamo? Essa si pone sulla qualità della nostra vita e non su COSA facciamo.

"Non è importante se suono il pianoforte o no, la questione è COME suono il pianoforte. Non è importante se ho moglie o no, ma la questione è di che vita viviamo insieme. Il COME è più importante del COSA." (Moshe Feldenkrais)

Autostima

"Io posso dire: 'Voi non capite; io sono così in gamba che voi non potete capire; io penso di valere qualcosa e questo mi basta.' Vedete è la questione della nostra autostima, della nostra dignità interiore; e questo non potete impararlo da nessun altro se non da voi e attraverso voi stessi. E quello che abbiamo imparato è la dignità della grande maggioranza delle persone. La stragrande maggioranza delle persone pensa: 'Non respiro bene, ho una brutta postura, non sono creativo, non ci riesco, devo fare questo, devo fare quello, devo imparare questo, devo imparare quello. Non valgo niente.' Vedrete che questo è assolutamente sbagliato. E` sbagliato nel senso che la maggior parte di noi qui è capace di imparare così in fretta da restare stupiti: resterete strabiliati di come imparerete in fretta, dopo che avete provato come lo facciamo qui, perché noi lo facciamo in un modo che si accorda con la nostra struttura e con la funzione del nostro cervello." (Moshe Feldenkrais, New York, 1980)


Collegamento mente-corpo

Moshé Feldenkrais ha applicato la legge fisica dell'economia (il minimo sforzo) nella sua teoria del movimento. Collegato a Curvier scoprì che una cattiva condotta del corpo è correlata ad un funzionamento disturbato del nostro sistema nervoso. Così un miglioramento del comportamento corporeo porta con sé anche modifiche a livello mentale.

È interessante il fenomeno della PAURA DI CADERE. Il neonato reagisce violentemente ad ogni movimento brusco. Se gli viene tolto improvvisamente il sostegno, reagisce con una forte contrazione dei flessori trattenendo il respiro, poi inizia a piangere. Negli adulti questa reazione è percepita come paura. Anche la paura di non riuscire a fare una certa cosa può impedire l'azione. Attraverso il sistema muscolare viene espresso il comportamento mentale e fisico. I muscoli vengono attivati da impulsi del sistema nervoso. "Non può dunque avvenire alcun cambiamento fisico o mentale senza un corrispondente cambiamento del sistema nervoso. In altre parole, qualsiasi cambiamento nel comportamento mentale o fisico di un uomo equivale ad un cambiamento nel sistema nervoso, e si esprime o si mostra nell'attività dei nostri muscoli."(...) "Il vantaggio del raggiungimento dell'unità mentale e muscolare attraverso il corpo è che l'espressione muscolare diventa più concreta, facile da localizzare, e non richiedente interpretazioni o domande su quali siano le cause." (Franz Wurm)


"Persone che hanno a cuore il proprio benessere e che sono pronte a spendere il tempo per questo tipo di apprendimento, anche se non sanno veramente che cosa si farà, io penso che sono persone straordinarie. Hanno la curiosità e perciò possono imparare e vedrete che imparare, nel senso che intendiamo noi, non significa imparare la matematica o l'architettura, la medicina o altre cose del genere: c'è qualcosa, un tipo di apprendimento grazie al quale la persona impara molto più fondamentalmente ed è l'apprendimento grazie al quale la persona impara ad avere fiducia in se stessa, a diventare un essere umano sicuro di sé nella società umana. E` molto difficile: pochi di noi ci sono arrivati. Sapete? Non ci sono riusciti neanche i presidenti ... Ah, ah, ah, sì. Tra parentesi, bisogna saper ridere sempre: non appena diventate veramente seri, diventate incapaci di imparare. Se imparate, potete imparare cose accademiche, il che significa che potete imparare per dieci anni e restare sempre lo stesso idiota, ottenere un grosso diploma con il titolo di professore, ma non cambierete un gran che: le persone che vi conoscono diranno: 'È sempre lo stesso; non è cambiato per niente.' " (Moshe Feldenkrais, seminario a New York)